La doppelgänger non aveva tempo per farsi notare, ora che assunse l'aspetto secondario di sé, al bagno delle donne per non farsi vedere (sia mai per carità), ma fidatevi l'aspetto mutaforme di una umana ad un' altra piuttosto più seducente di quella primaria rifaceva anche riportare in vita gli zombie che, se così vogliamo chiamarli erano tutti vecchietti sull'ottantina di anni.
Sopra a quell'aereo preso a Brooklyn col biglietto acquistato per un solo ed unicamente, motivo: per una missione uccidere la vampira che aveva trasformato quello che doveva essere una decina di giorni dopo..., il suo futuro marito impalato da lei col legno.
Visto e considerato che comunque mancava molto all'atterraggio, si premunì e di conseguenza si risedette per rimettersi in viaggio anche perchè non voleva destare dei sospetti a chi magari la osservava interrogativa.
Visto che aveva quel
trucco blu, che sembrava sfumato e color carbone sulla faccia, se lo era fatto fare come un tatoo, determinata e cocciuta ahimè aveva i suoi vizi.
Di certo Ania ne aveva molti di più ma era stata parecchio violentata dal suo padre Rick.
Ecco cosa aveva in comune con la bionda l'odio per il padre Rick, anche se con Leksa non conoscendola pero' aveva avuto modo di incrociarla ed a lui figurarsi le era scappato un bacio lei lo sdegnava di, sguardi di disgusto, (il che a pensarci bene quando lo lesse nel diario di Leksa, Ania ne rimase talmente sconvolta che prese un' agenda per risponder a tale proposito. Elisabeth, invece la conosceva bene l'altra ma, più che bene dovrei sottolineare per il fatto che lei stessa lo confessò a sua madre.
Proprio in quel caso che le chiese se poteva addestrarla ad uccidere i sovrannaturali. E lei di buon grado accettò. Continuò a trasformarsi esclusivamente per cacciare.
Attualmente Leksa aveva ventisei anni e fuori si era fatto già buio che stessero per atterrare!? Come previsto mancava solo mezz' ora per terminare il viaggio in aereo, la passò mettendo a tracollo il borsone da viaggio sportivo colore militare. Dentro a quell'aereo vi era una massa di gentaglia che..per poco non si cascò Leksa.
Un momento, ..forse aveva scordato un orologio da polso che portava sempre. Almeno nelle sue tasche non c'era neanche una traccia dell'orologio. Esausta si prese la brillante idea e semmai la briga di fare un fischio pur di attirare l'attenzione ad un taxy che prese salendoci sopra e le sue uniche parole furono :
« Mi porti per favore all'Hotel Euclid Avenue. Grazie mille. »Quindi il taxysta si girò verso la Doppelgangër e poi procedette a viaggiare verso la destinazione che gli fu chiesta dalla cliente.
Lui risposendo disse:
- Cara dopotutto è il mio lavoro e qui a Cleveland, dopo il massacro di uccisioni casuali di donne soprattutto è sempre meglio prendere un taxy non si può mai mettere un piede fuori posto ...che, track!!!- lo vide fare il gesto con la limetta sulla gola...e di seguito Leksa non pot'è che spalancare gli occhi.
"Non ho mai visto un uomo ...così...impaurito o tantomeno spaventato da tali tragedie.! Forse essendo un pasto quotidiano, per la Doppelgangër... se ne sorprese ma ve n'era parecchia la gente di Cleveland, ed attorno alla sottoscritta assai dannatamente spaventata. Dunque per non pensarci chiese il nome al signore taxista:
« Posso sapere perlomeno il tuo nome? Visto che manca molto per la destinazione? . »
Il signore si girò e disse alla Doppelgangër :
« Ma beh il mio nome signorina è Jimmy puoi anche Jimbo se vuoi...ora però le consiglio di dormire.
Rilassare i muscoli dopo un viaggio con l'aero e' una shiccheria davvero.» Dopo qualche ora Leksa,...era arrivata finalmente a Cleveland dove l'aspettava una delle caccie più tortuose di sempre.
Salii degli scalini per arrivare nell'hotel Euclid Avenue fino a giungere il piano secondo dove le fu appositamente data la chiave 12 nella reception dalla
responsabile che proferì il suo benvenuto nell'hotel dove ora avrebbe vissuto :
<<benvenuta nel nostro Hotel Euclid Avenue, cherié!! Prego ecco a voi la vostra chiave come accordato nel sito web. Ma mi dica pure il suo nome nel frattempo vado a chiamare un portantino per darle una mano con le sue valigie.>> La resposabile che teneva ogni
chiave attaccata in uno scaffale di legno era parecchio premurosa e gentile verso di lei. Perciò osservandola curiosamente
Leksa chiese infine il prezzo ma anche quest'ultimo lo aveva pagato sua madre. Proprio allora sbuffò scioccata :
« Grazie per la vostra premura, nell'accogliermi nell'hotel ma; vorrei sapere perché ha dovuto pagare mia madre per me vado di sopra .. a chiamarla. Comunque molto piacere sono Leksa...!
Non serve che chiami uno del personale, ce la faccio io. Da sola, davvero !! »
La responsabile rispose con un fare abitudinario esordì a Leksa che quelle erano faccende loro ed il personale di certo non se ne occupava.
Leksa preferiva sdebitarsi con lei e non rimanere sempre e dovunque ella andava, in un continuo debito che insomma, non poteva pagare per forza di cose. Quindi andò immediatamente a chiamare la madre Elisabeth. Questo non ci voleva proprio pensò tra sé e sé.
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